Sindrome di Lynch: chi rischia di più un secondo tumore del colon

Le possibilità di sviluppare un cancro metacrono, dopo una prima neoplasia colorettale, sembrerebbe legato al gene alterato e al tipo di chirurgia. Le nuove osservazioni potrebbero avere ricadute nel processo decisionale chirurgico

Secondo uno studio tedesco, pubblicato di recente sulla rivista Clinical Gastroenterology and Hepatology, il rischio di sviluppare un secondo tumore del colon-retto, dopo una prima neoplasia colorettale, dipende dal gene alterato nelle persone con la sindrome di Lynch. In particolare le persone con alterazioni nei geni MLH1, MSH2 o EPCAM, sottoposte all’asportazione parziale del colon dopo il primo tumore, sembrerebbero avere un rischio maggiore di sviluppare un secondo cancro del colon-retto rispetto a quelle con alterazioni nei geni MSH6 o PMS2. Secondo gli autori, questa stratificazione del rischio in base ai dati genetici può rappresentare un approccio importante per lo sviluppo di strategie di prevenzione personalizzate, soprattutto in termini chirurgici.

I dati estrapolati dal Registro tedesco

Nel nuovo studio sono stati analizzati dati del Consorzio tedesco per il cancro intestinale familiare di pazienti con la sindrome di Lynch sottoposti a colectomia estesa (asportazione di un tratto ampio o addirittura di tutto il colon) o parziale, a causa di un tumore del colon primario e sottoposti ad almeno una colonscopia di controllo dopo l’intervento chirurgico.

Nel complesso sono stati studiati 852, analizzando variabili come età, sesso, localizzazione del tumore e sottotipo genetico, con l’obiettivo si identificare quali fattori influenzassero la probabilità di sviluppare un secondo tumore colorettale primario, detto in termini medici metacrono, e valutarne le potenzili implicazioni per il processo decisionale chirurgico.

Circa un portatore della sindrome di Lynch su cinque ha sviluppato un secondo tumore al colon nel corso di una media di quasi 8 anni. I dati mostrano un aumento del rischio di un secondo tumore del colon-retto negli individui con alterazioni nei geni MLH1, MSH2 ed EPCAM sottoposti a colectomia parziale. Inoltre anche il sesso maschile, l’età avanzata alla prima diagnosi di cancro del colon-retto e la localizzazione del tumore sul lato sinistro del colon sono stati associati a un rischio più elevato di tumore metacrono.

Le possibili implicazioni

Nei pazienti con la sindrome di Lynch a cui è stato diagnosticato un tumore del colon-retto, le decisioni chirurgiche possono essere cruciali per ridurre il rischio di cancro metacrono. Le attuali linee guida suggeriscono che i portatori di varianti patogenetiche nei geni più ad alto rischio (MLH1, MSH2) dovrebbero sottoporsi a resezione estesa (colectomia subtotale o totale) per ridurre il rischio futuro di cancro. Diversamente a coloro che presentano varianti patogenetiche nei geni a basso rischio (MSH6, PMS2) si consiglia in genere la resezione parziale, poiché sono minori le probabilità di sviluppare un secondo tumore del colon. Tuttavia, queste raccomandazioni non sono condivise universalmente e presentano ancora dei punti dubbi, motivo per cui resta fondamentale personalizzare l’approccio chirurgico ottimale, valutando con attenzione i benefici della riduzione del rischio di tumore del colon-retto in seguito a una chirurgia estesa con la funzionalità intestinale e la qualità di vita, come sottolineano i ricercatori tedeschi nelle loro conclusioni. «Il nostro studio, che ha esaminato la più ampia coorte di pazienti fino ad oggi per quanto riguarda il rischio di cancro del colon-retto metacrono nella sindrome di Lynch, suggerisce che un intervento chirurgico esteso nei portatori ad alto rischio (MLH1, MSH2, EPCAM) può ridurre il rischio di tumore metacrono, sebbene l’associazione non sia statisticamente significativa e gli intervalli di confidenza siano ampi. Tuttavia, questo rischio elevato potrebbe non essere applicabile a tutti i pazienti, pertanto è attualmente raccomandato un processo decisionale individualizzato».

Antonella Sparvoli

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