Promettente nuova terapia contro il tumore al seno avanzato

Risultati incoraggianti per la combinazione giredestrant più everolimus, rispetto alla terapia endocrina standard più everolimus, nelle donne con carcinoma mammario positivo per i recettori per gli estrogeni che sviluppano resistenza

Negli ultimi anni, il ricorso agli inibitori di CDK4/6 in associazione alla terapia endocrina ha migliorato la sopravvivenza delle pazienti con tumore al seno positivo per i recettori per gli estrogeni (ER+) ed HER2-negativo localmente avanzato o metastatico. Tuttavia, diverse donne sviluppano resistenza e la malattia torna a progredire, soprattutto nelle portatrici di mutazioni ESR1, presenti in fino 4 pazienti su 10 in questa situazione. In questi casi, come evidenzia lo studio di fase III evERA, il nuovo farmaco giredestrant, associato a everolimus, potrebbe rappresentare una valida opzione terapeutica, con il vantaggio della somministrazione orale di entrambi i farmaci.

Lo studio evERA e il farmaco innovativo

Nel nuovo studio è stata valutata l’efficacia della combinazione giredestrant più everolimus, confrontandola con la terapia endocrina standard più everolimus, in pazienti con malattia localmente avanzata o metastatica già trattate con CDK4/6 e terapia endocrina.
I risultati sono promettenti: la combinazione con giredestrant ha rallentato in modo significativo la progressione della malattia, anche nelle pazienti con la mutazione ESR1, considerate più difficili da trattare. Inoltre, sebbene i dati sulla sopravvivenza globale non siano ancora maturi, è evidente un trend positivo.

Giredestrant è un farmaco che appartiene alla classe dei SERD (Selective Estrogen Receptor Degrader) cioè i degradatori selettivi del recettore degli estrogeni. Si tratta di una molecola di nuova generazione, somministrabile per bocca, sviluppata con l’obiettivo di superare i limiti delle terapie endocrine tradizionali, come il tamoxifene. Diversamnete da quest’ultime, giredestrant permette non solo di bloccare i recettori per gli estrogeni, ma anche di ridurne in modo significativo le quantità, consentendo una soppressione più potente e duratura. Inoltre è efficace anche in presenza di mutazioni ESR1, una delle cause principali di resistenza ai trattamenti endocrini tradizionali.

Le implicazioni

Per ora solo un SERD orale (elacestrant) è stato approvato per il carcinoma mammario avanzato ER-positivo/HER2-negativo con mutazione ESR1 dopo terapia endocrina. Ma, accanto a giredestrant, sono in fase di studio altre molecole simili (come imlunestrant, camizestrant e altri), a testimoniare il grande interesse in queste terapie che potrebbero diventare nuovi standard di cura.

La possibilità di colpire in modo combinato vie di segnalazione complementari, come quella estrogenica (con giredestrant) e quella di mTOR (con everolimus), appare particolarmente promettente. In questo senso lo studio evERA dà un segnale forte, evidenziando come strategie terapeutiche basate su regimi orali, efficaci e ben tollerati, potrebbero ridefinire la gestione clinica del tumore al seno ER-positivo, soprattutto nelle pazienti che hanno esaurito altre linee di terapia.

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