Il tumore alla prostata nei padri influenza il rischio dei figli

La diagnosi di cancro prostatico paterno prima dei 65 anni è collegata a un aumento delle possibilità di sviluppare la neoplasia nella prole e anche alla sua aggressività

Una storia familiare di tumore alla prostata è un fattore di rischio stabilito per questa neoplasia. Tuttavia, le associazioni specifiche tra le caratteristiche del cancro nei padri e il rischio di tumori di alto grado nei loro figli rimangono poco chiare. Hanno cercato di colmare questa lacuna, alcuni ricercatori svedesi, autori di uno studio pubblicato di recente sull’International Journal of Cancer. Dalla ricerca è emerso che gli uomini i cui padri avevano ricevuto una diagnosi di cancro alla prostata in giovane età presentavano un rischio complessivo di quattro volte maggiore di sviluppare un tumore alla prostata a esordio precoce e anche più aggressivo. Queste osservazioni potrebbero aiutare a personalizzare le strategie di screening e di diagnosi precoce.

Storia familiare e tumore alla prostata

La storia familiare può influenzare il rischio di tumore alla prostata attraverso fattori genetici e ambientali condivisi. La suscettibilità genetica può potenzialmente influenzare sia la probabilità di sviluppare la neoplasia sia la sua aggressività. Secondo gli autori dello studio, mentre la storia familiare di più generazioni è difficile da studiare, la concordanza nelle caratteristiche del cancro tra padre e figlio potrebbe contribuire alla comprensione dell’ereditarietà dei fattori che promuovono il rischio. Inoltre le caratteristiche della malattia paterna sono ampiamente disponibili e potrebbero essere d’aiuto per guidare lo screening mirato del PSA.

Nel nuovo studio, i ricercatori svedesi hanno analizzato i dati relativi a più di 25mila uomini svedesi i cui padri avevano ricevuto una diagnosi di cancro alla prostata tra il 1998 e il 2005, valutando l’aggressività del tumore con un sistema di classificazione, noto come punteggio di Gleason.

Possibili ricadute sullo screening

Lo studio ha evidenziato che gli uomini i cui padri avevano ricevuto una diagnosi di cancro alla prostata in fase precoce (prima dei 65 anni) hanno un rischio complessivo quattro volte superiore al previsto. Inoltre i figli di padri con un punteggio di Gleason elevato (che quindi avevavo avuto un tumore più aggressivo) presentavano una maggiore associazione con il cancro alla prostata, con maggiori possibilità di avere tumori aggressivi loro stessi. Poiché l’età mediana dei figli alla fine del follow-up era di soli 52 anni, queste stime del rischio si applicano solo al cancro alla prostata a esordio precoce.

«La storia familiare di cancro alla prostata, compresa l’età del padre alla diagnosi e le caratteristiche del cancro alla prostata, dovrebbe essere presa in considerazione quando si consigliano gli uomini sullo screening del cancro alla prostata e sulle strategie diagnostiche» concludono gli autori.

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