Nuova strategia di cura nel tumore al seno triplo negativo

Secondo uno studio presnetato all’ASCO la malattia metastatica può rallentare la sua corsa se si utilizzano fin da subito un anticorpo farmaco-coniugato e un immunoterapico

Nuove prospettive di cura per le donne con tumore al seno triplo negativo in fase avanzata. A recente congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) sono stati infatti presentati i risultati incoraggianti dello studio clinico internazionale di fase 3 ASCENT-04/KEYNOTE-D19 che dimostrano come il trattamento in prima linea con l’anticorpo farmaco-coniugato sacituzumab govitecan, associato all’immunoterapico pembrolizumab, possa ritardare la progressione della malattia meglio rispetto alla chemioterapia tradizionale combinata con pembrolizumab, l’attuale standard di cura.

Lo studio

Nello studio internazionale sono state prese in esame 443 pazienti con tumore del seno triplo negativo non resecabile, localmente avanzato o metastatico PD-L1 positivo, di 26 Paesi.

Le partecipanti sono state assegnate casualmente a ricevere sacituzumab govitecan e pembrolizumab (221 pazienti) o chemioterapia e pembrolizumab (222 pazienti). Entrambi i trattamenti sono stati somministrati fino a progressione del tumore o a interruzione dovuta agli effetti collaterali.

Ebbene i nuovi dati mostrano che le pazienti trattate con l’anticorpo farmaco-coniugato e l’immunoterapia hanno vissuto in media 11,2 mesi senza progressione di malattia, rispetto ai 7,8 mesi del gruppo trattato con la terapia standard. Inoltre, il rischio di peggioramento è risultato ridotto del 35% e la durata della risposta è stata più lunga: 16,5 mesi contro 9,2. 

Le prospettive

Circa il 40% dei tumori al seno triplo negativi esprime PD-L1, un bersaglio per l’immunoterapia con pembrolizumab che quindi in queste pazienti è stato aggiunto alla chemioterapia standard in anni recenti. Ora i nuovi dati candidano l’anticorpo farmaco-coniugato sacituzumab govitecan a diventare la nuova “spina dorsale” per il trattamento di prima linea del tumore al seno triplo negativo avanzato.

«Sacituzumab govitecan è un farmaco innovativo che sfrutta la capacità di un anticorpo di raggiungere un bersaglio specifico sulle cellule tumorali, portando con sé un potente chemioterapico – segnala Giuseppe Curigliano, presidente eletto Esmo (Società Europea di Oncologia Medica) e direttore della Divisione Sviluppo di nuovi farmaci per terapie innovative allo IEO di Milano -. Questo da una parte consente un effetto antitumorale, dall’altro riduce l’esposizione delle cellule sane al chemioterapico. Lo studio ASCENT-04/KEYNOTE-D19, appena presentato a Chicago, dimostra che nel tumore al seno triplo negativo avanzato, positivo a PD-L1, sacituzumab govitecan assieme a pembrolizumab migliora il controllo della malattia ed è più tollerabile dello standard di cura, ovvero della chemioterapia in associazione a pembrolizumab». 

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